Colesterolo
Il colesterolo e i trigliceridi
Il colesterolo è un grasso dall’aspetto biancastro che circola nel sangue ed è presente nelle cellule di ogni corpo sano e normale.
Il colesterolo infatti è prodotto dal fegato, fa parte della struttura chimica di alcuni ormoni e della bile, gioca un ruolo fondamentale nella produzione di alcune vitamine e della membrana delle cellule di tutti i tessuti.
Oltre alla quota prodotta normalmente dall’organismo (circa il 75%), il colesterolo puo’ essere introdotto dall’esterno con gli alimenti: è presente nei cibi ricchi di grassi animali, come la carne, il burro, i salumi e i formaggi, il tuorlo dell’uovo. I cibi di origine vegetale invece (frutta, verdura, cereali) non contengono colesterolo.
I trigliceridi sono chiamati così perché sono formati da tre catene di grassi legati ad una molecola di glicerolo, sono anch’essi prodotti nel fegato; il loro livello nel sangue aumenta quando la dieta contiene un eccesso di grassi, o anche di carboidrati (zucchero, pane, pasta) e di alcool, in quanto il fegato trasforma queste sostanze in grassi. I trigliceridi sono una fonte di energia per il nostro organismo, sono la più grande riserva di lipidi e rappresentano quasi il 90% dei grassi ingeriti.
Colesterolo e trigliceridi svolgono una funzione essenziale nell’organismo, ma la loro quantità non deve essere troppo alta. Un eccesso di grassi nel sangue costituisce infatti un rischio per la salute dei vasi arteriosi come per esempio le coronarie, e per questo può portare all’infarto e all’ictus.
L’eccesso di colesterolo e/o di trigliceridi nel sangue viene definito in termini medici ipercolesterolemia o dislipidemia. Questa condizione, che nei paesi occidentali colpisce il 15-20% della popolazione, insieme alla pressione alta, al diabete e al fumo è un fattore di rischio molto rilevante per le malattie delle arterie e del cuore.
In alcuni casi la dislipidemia origina da una alterazione genetica (dislipidemia familiare), ma la frequenza di questa condizione non è alta. Nella maggior parte dei casi la dislipidemia si manifesta in persone che hanno altri fattori predisponenti quali un’alimentazione scorretta, il fumo, la sedentarieta’, il sovrappeso, il diabete. Nelle persone affette da ipertensione arteriosa, diabete e obesità le dislipidemie sono molto frequenti: quando coesistono tutte queste condizioni, espressioni diverse di una stessa malattia, si parla di “sindrome metabolica”.
Le lipoproteine, il colesterolo buono e quello cattivo
Per essere trasportati nel sangue, il colesterolo e i trigliceridi hanno bisogno di alcune proteine, che si chiamano lipoproteine proprio perché trasportano grassi (lipidi). Esistono diversi tipi di lipoproteine.
Le lipoproteine ad alta densità (HDL o High Density Lipoproteins) raccolgono il colesterolo in eccesso e lo portano al fegato dove viene eliminato. Il colesterolo-HDL, quindi, che agisce come una sorta di “spazzino” delle arterie, viene chiamato per questo colesterolo “buono”. Se è vero che alti livelli di colesterolo “buono” proteggono le arterie, è vero anche il contrario: bassi livelli di colesterolo-HDL sembrano esporre l’organismo ad un aumentato rischio di malattia cardiovascolare. Gli steroidi anabolizzanti e il testosterone possono abbassare i livelli di HDL.
Le lipoproteine a bassa densità (LDL o Low Density Lipoproteins) sono il principale trasportatore del colesterolo nel sangue, e lo trasportano distribuendolo a tutti gli organi; se i livelli di colesterolo-LDL circolante sono troppo elevati, esso tende lentamente a depositarsi sulla parete interna delle arterie, contribuendo alla formazione della “placca aterosclerotica” che tende a occluderle e favorendo così il rischio di infarto e ictus. Ecco perchè questo tipo di colesterolo viene definitivo “cattivo”. Il colesterolo LDL viene prodotto dall’organismo e ingerito con la dieta. Alcune persone ereditano la predisposizione a produrne in eccesso e in questi casi una dieta sana può non essere sufficiente a controllarne i livelli.
Le lipoproteine a densità molto bassa (VLDL o Very Low Density Lipoproteins) trasportano nel sangue i trigliceridi. Alti livelli di trigliceridi, a differenza di quanto avviene per il colesterolo, non favoriscono direttamente la formazione della placca aterosclerotica. Le persone che hanno i trigliceridi alti, però, spesso hanno anche elevati valori di colesterolo cattivo o LDL e bassi livelli di colesterolo buono o HDL. Sono quindi persone più esposte al rischio di infarto e ictus, oltre ad altre malattie quali il diabete e l’obesità.
L’aterosclerosi
Quando si forma una placca aterosclerotica nella parete di una arteria il passaggio si restringe e la quantità di sangue ricco di ossigeno che vi passa si riduce. Questa condizione si chiama aterosclerosi. Il processo è in genere progressivo e continua lentamente: possono passare decenni prima che si abbiano dei disturbi o delle manifestazioni cliniche. Se l’arteria che va incontro ad ostruzione è una arteria coronaria, la parte di cuore che riceve sangue da quell’arteria va incontro a sofferenza (ischemia cardiaca, se l’ostruzione è parziale; infarto , se l’ostruzione è totale). Lo stesso meccanismo può provocare ostruzione delle arterie in altre parti del corpo e quindi sofferenza di altri importanti organi, ad esempio il rene e il cervello. L’ictus ischemico è conseguenza della chiusura di un’arteria che porta sangue al cervello.
Come fare una buona prevenzione
L’azione preventiva più semplice è conoscere il proprio valore di colesterolo e di trigliceridi, sottoponendosi ad un normale esame del sangue. In particolare, dovrebbero sottoporsi a controlli regolari le persone i cui genitori e nonni abbiano avuto malattie delle coronarie (infarto, bypass, ischemia cardiaca), o delle arterie di altri distretti (ad esempio, ictus o arteriopatia periferica); le persone con livelli alti di pressione arteriosa, i portatori di diabete e obesità e le persone già colpite in passato da una malattia di cuore di tipo vascolare.
I valori normali, o desiderabili secondo gli esperti, di colesterolo e trigliceridi per le persone sane sono i seguenti:
- colesterolo totale inferiore a 200 mg/dl
- colesterolo-HDL superiore a 40 mg/dl
- colesterolo-LDL inferiore a 130 mg/dl
- non superiore a 160 mg/dl
- trigliceridi inferiori a 200 mg/dl
Nei pazienti cardiopatici, nei diabetici e in presenza di altri fattori di rischio cardiovascolare (per esempio il fumo e/o l’ipertensione arteriosa), i valori di riferimento possono essere più bassi e si possono concordare e discutere con il proprio medico strategie terapeutiche più aggressive.
Come ridurre il colesterolo e i trigliceridi
La prima cosa da fare quando si scopre di avere livelli elevati di colesterolo e trigliceridi è seguire una dieta che ne diminuisca il più possibile l’introduzione dall’esterno.
La dieta ideale è povera di grassi di origine animale (burro, panna, formaggi, salumi), a favore degli oli vegetali (olio di oliva); il consumo di carni grasse (maiale, anatra, frattaglie) va diminuito, mentre si può aumentare quello di carni magre (vitello, tacchino, pollo, coniglio) e di pesce; si consiglia di ridurre il più possibile il consumo di formaggi grassi, aumentando quello di frutta, verdura e legumi.
Bisogna infine limitare i dolci e gli alcolici (si consiglia di bere non più di un bicchiere di vino a pasto).
I cardiologi consigliano poi di svolgere regolarmente attività fisica, per almeno mezz’ora al giorno di nuoto, bici, jogging, danza o quello che si preferisce per un numero di giorni settimanali pari a “più giorni si che giorni no”.
Inoltre è importante abolire il fumo, tenere sotto controllo la pressione arteriosa, e dimagrire se si è in sovrappeso.
Se, nonostante la dieta, l’attività fisica e la riduzione di peso, i valori di colesterolo e trigliceridi dovessero rimanere elevati, può essere opportuno elaborare insieme al medico una strategia adeguata e su misura per ciascuna persona e a volte iniziare una terapia farmacologica.
Ogni terapia per abbassare i grassi nel sangue deve comunque sempre essere prescritta, e periodicamente controllata, dal medico. La terapia farmacologica delle dislipidemie deve essere considerata sempre un complemento e non un sostituto degli accorgimenti che riguardano l’alimentazione e lo stile di vita. Per migliorare il profilo del colesterolo si utilizzano le statine, una categoria di farmaci con azione diretta sul colesterolo e anche sulla produzione di trigliceridi, sebbene questo effetto sia meno evidente. Per il controllo dei trigliceridi possono anche essere utilizzati i composti a base di olio di pesce.
Autore: Dott.ssa Silvia Muggia Co.S. Consorzio Sanità