Pap Test

Il Pap Test

Il Pap Test (dal greco Gorge Papanicolau che scoprì la speciale colorazione delle cellule in uso per il test) è l’esame di scelta per la prevenzione e la diagnosi precoce del tumore del collo dell’utero. Questo tumore è la quarta neoplasia maligna per frequenza nel sesso femminile (dopo il tumore della mammella, del colon e dell’endometrio). In genere colpisce le donne intorno ai 45 anni. Grazie allo screening con Pap test la mortalità per questo tumore si è ridotta del 70% negli Stati Uniti negli ultimi 50 anni, mentre nei paesi dove lo screening non viene eseguito in modo efficace la mortalità tra le donne per questo tumore rimane alta. La possibilità di individuare cellule pretumorali o tumorali prima che ci siano dei sintomi consente l’intervento tempestivo con terapie semplici ed efficaci sulla malattia. In pratica l’anticipo annulla la malattia.
La cervice, o collo dell’utero, è la parte di utero che si affaccia al fondo della vagina. Quando si fa un Pap Test il ginecologo inserisce in vagina una scatolina con cui raccoglie una piccola quantità di cellule. Le cellule vengono poi fissate su un vetrino, che viene a sua volta sottoposto a speciali colorazioni e poi esaminato al microscopio. La lettura in alcuni casi viene affidata al computer, per cui sono oggi disponibili sistemi di analisi molto accurati.

Esistono diversi modi di leggere il Pap Test, ma tutti i sistemi di lettura classificano il grado di alterazione delle cellule che vengono definite normali, normali con infiammazione, oppure con lesioni di basso, medio o alto grado di alterazione. Se viene trovata una infiammazione può darsi che il medico preferisca ripetere l’esame dopo una cura perché la lettura sia più affidabile. Se ci sono alterazioni cellulari il medico può prescrivere esami di approfondimento come ad esempio la colposcopia.
Con il Pap Test inoltre si possono diagnosticare eventuali alterazioni ormonali, infiammazioni, infezioni da batteri, da virus o da miceti.
In genere si consiglia alle donne di eseguire il Pap Test ogni anno a partire da tre anni dopo l’inizio dell’attività sessuale, o al più tardi all’età di 21 anni. Le donne che a 30 anni hanno avuto tre Pap Test consecutivi senza alterazioni possono continuare a farlo con intervalli più lunghi (ogni 2-3 anni) fino ad interrompere all’età di 65-70 anni. Ovviamente lo screening va attuato con tempi più ravvicinati in chi presenta problemi particolari (per esempio l’infezione da HIV). Il Pap Test non va eseguito durante le mestruazioni, ma almeno cinque giorni prima o cinque giorni dopo il termine del flusso, lasciando passare almeno tre giorni dall’ultimo rapporto sessuale e non utilizzando ovuli, candelette o irrigazioni vaginali.

Il Papilloma Virus

Molte donne incontrano questo virus (HPV) all’inizio dell’attività sessuale. Il virus produce un’infezione che può dare delle piccole lesioni a livello del collo dell’utero, ma nella maggior parte dei casi non dà sintomi e le lesioni guariscono da sole. Le lesioni benigne si chiamano condilomi e non sono legate allo sviluppo di tumori. Le donne sviluppano in genere una difesa immunitaria che “elimina” il virus dalle vie genitali nell’arco di un paio di anni. Non ci sono medicine che curino questo tipo di infezioni, ma quando scompare il virus scompare anche il rischio.
Alcuni tipi di HPV sono legati ad un incremento del rischio di sviluppare lesioni diverse, che se non vengono curate possono portare ad un tumore del collo dell’utero negli anni successivi all’infezione; si è osservato inoltre che alcune donne non sviluppano una immunità sufficiente e “ospitano” quindi il virus più a lungo. Per sviluppare il tumore è necessaria una infezione persistente da parte di quei determinati ceppi di virus. L’esecuzione regolare del Pap test è in grado di proteggere anche queste donne perché lo sviluppo del tumore è molto lento (possono passare anche 30 anni dall’infezione allo sviluppo del tumore). Per questo i servizi di prevenzione in Europa sono orientati a invitare le donne ad eseguire il loro Pap Test regolarmente riservando i test per la diagnosi dell’HPV e lo studio specifico del virus ai casi che necessitano di approfondimenti.
Esiste però una grande pressione per la diagnosi dell’infezione da HPV anche per le recente commercializzazione del vaccino (in Italia dal febbraio 2007). E’ previsto che il vaccino possa essere offerto gratuitamente dal 2008 alle bambine di 12 anni. Si tratta di un normale vaccino che prevede 3 somministrazioni nell’arco di 6 mesi e viene proposto come protezione prima dell’inizio dell’attività sessuale e quindi prima che le donne siano state esposte all’infezione. Al momento sembra che il vaccino non abbia reazioni avverse importanti e protegga per 5 anni, ma gli studi effettuati fino ad oggi non sono ancora in grado di dare informazioni esaurienti dato che si tratta di un prodotto recente.
L’efficacia del vaccino si riduce nelle donne adulte che hanno già avuto rapporti sessuali e possibile contatto con il virus, perciò non è indicato nelle donne con più di 26 anni. Quindi per le donne adulte si conferma che il migliore strumento di prevenzione rimane per ora il Pap Test eseguito regolarmente ogni 3 anni.

 

Autore:  Dott.ssa Silvia Muggia Co.S. Consorzio Sanità

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